Sperimentare se stessi lontani da casa, sperimentare l’autonomia di se e delle proprie cose, sperimentarsi in relazione con i pari e con gli adulti che li accompagnano in questa esperienza.

Gli educatori dell’associazione convivono l’esperienza nel modo più sostanzioso possibile: sono punto di riferimento per i bambini ma allo stesso tempo si cerca un clima di orizzontalità, dove la presenza di ciascuno è fondamentale per l’armonia della convivenza.

I compiti di gestione della struttura, le pulizie e il riordino degli spazi, vengono suddivisi a turno tra i bambini che in gruppo affrontano le diverse mansioni. Viene chiesto a ciascuno di contribuire per quello che può dare.

Anche le attività proposte vengono impostate su questi principi: si alternano momenti di “stare”, dove la dimensione del gruppo e il concetto di “nido” sono fondamentali per creare armonia e complicità, a momenti di “fare” dove invece la percentuale adrenalinica la fa da padrona. Anche qui ciascuno viene accompagnato nell’affrontare i propri limiti e a fermarsi quando lo ritiene opportuno.

Per quanto spiegato è chiaro che di fondamentale importanza è la presenza degli educatori, in un rapporto educativo di 1:4 e/o minore in determinate situazioni,  e del responsabile pedagogico sempre presente durante il periodo di camp.

L’esperienza è molto positiva e i numeri ce lo confermano, vista l’elevata percentuale di continuità di bambini ed educatori.